S. La nave di Teseo, dal regista della serie Lost e degli ultimi film di Star Trek non ci si poteva aspettare un libro ordinario, infatti S. La nave di Teseo, si presenta come un romanzo che in realtà ne racchiude due. La stesura del libro prevede infatti la storia principale scritta in modo ordinario, mentre l’altra si sviluppa nelle note a margine, in cui i due protagonisti seguono e provano a risolvere gli enigmi scambiandosi informazioni e parlando delle loro vite nelle note a margine.
All’interno del libro sono preseti allegati che ci aiutano nella comprensione del testo e delle situazione che vivono i protagonisti delle note a margine, sono presenti articoli di giornale, lettere, foto ecc. Inoltre il libro ha un odore di “vecchio”, infatti l’intento è quello di far credere che il libro sia stato preso in prestito dalla biblioteca di un’Università. La cura dei dettagli è a dir poco maniacale, c’è una mappa su un tovagliolo(un vero tovagliolo!), e addirittura il talloncino della biblioteca.
Personalmente ho letto il libro in maniera sequenziale, in poche parole ho affrontato contemporaneamente sia la storia standard che le note a margine, ma mi rendo conto che il miglior approccio sia quello di leggere prima un intero capitolo e poi andare a rileggersi le note a margine, anche perché a volte nei dialoghi di “Jen” e “Eric” si fa riferimento a note che sono più avanti nel romanzo.
Detto ciò vi consiglio di leggere questo esperimento letterario che è tutto sommato abbastanza riuscito (anche se il finale rimane ambiguo, online infatti si trovano già alcune risorse che cercano di chiarire il mistero, purtroppo per adesso in lingua inglese).
Risorse
La confessione di Summersby
Il nastro della confessione di Summersby menzionato nel libro:
Most of the word is murder and blood.
Strike the deal and keep running.
Running, always running.
Tired is what it comes down to.
Spent, drained, empty.
Time to end this business.
Won’t say I won. Won’t concede either.Whether any other writer will pick up the work – the fight – I can’t say.
Everyone’s got too many reasons not to.
That’s the beauty of Straka – he didn’t.
He had nothing but reasons to fight.
Straka – even now I’m saying his name and not “I.”
So I’ll tell you again, whoever you are, by him I mean me.
Got it? Let’s have no doubt. There’s your mystery – solved. Voila.I was Straka. Straka was me.
Maybe it’s odd. Maybe you think
Sommersby’s a hack. He can’t write like Straka. He can’t be Straka.
Huh. Every writer worth one damn is more than one voice – more than one self.
Okay Ekstrom helped with Braxenholm, so there’s a little of him in Straka, too.
I’m all about miracles. You want real miracles?
It’s a miracle Ekstrom wanted to teach and nobody how to tell a story.
A miracle I had the sense to listen.
A miracle anyone read the damn thing.
And then a monkey wins the Bouchard Prize. Biggest miracle of all.
Good man, Ekstrom. Heh, heh – hell of a mustache.Anyway, Straka – me – this our final words.
No reason to lie. Maybe I’m not the one you wanted.
For that, you have my apologies. So, here I am. Here I am.
Next time I go up on deck will be my last.
Every story needs an ending after all. Straka’s no different.
’S the way to go, both of us. Go like we lived.
I think we try as long as we can to be a part of something greater.
What begins at the water shall end there, and what ends there shall once more begin.
Traduzione in italiano:
Molto della parola è omicidio e sangue. Colpire e scappare. Scappare, scappare sempre. Stanco è quello che ha dato tutto. Senza forze, vuoto. È ora di porre fine a questa attività. Non dirò ho vinto. Neanche conta. Se qualsiasi altro scrittore riprenderà il lavoro – la lotta – non so dirlo. Ognuno ha troppi motivi per non farlo. Questo è il bello di Straka – non l’ha fatto. Non aveva ragioni per combattere. Straka – anche adesso sto dicendo il suo nome e non “io”. Quindi ti dico di nuovo, chiunque tu sia, per lui intendo me. Fatto? Senza dubbio. Il tuo mistero – risolto.
Voilà. Ero Straka.
Straka ero io. Sembra strano. Forse pensate Sommersby è un bugiardo. Non può scrivere come Straka. Non può essere Straka. Ogni scrittore ha una maledizione è più di una voce – più di un se stesso. Va bene Ekstrom mi ha aiutato con Braxenholm, c’è anche un po ‘di lui in Straka. So tutto sui miracoli. Volete miracoli veri? È un miracolo Ekstrom che voleva insegnare a nessuno come raccontare una storia. Un miracolo la mia capacità di ascoltare. Un miracolo chiunque legga queste maledette cose. E poi una scimmia vince il Premio Bouchard. Il più grande miracolo di tutti. Buon uomo, Ekstrom. Eh, eh – diavolo coi baffi.
In ogni caso, Straka – “io” – queste le mie ultime parole. Non c’è ragione di mentire. Forse non sono quello che si voleva. Per questo, porgo le mie scuse. Così, eccomi qui. Eccomi qui. La prossima volta che vado sul ponte sarà l’ultima. Ogni storia ha bisogno di una fine, dopo tutto. Quella di Straka non è diversa. S. la strada da percorrere, per noi. Vivi come abbiamo vissuto. Penso che noi proviamo il più a lungo possibile a far parte di qualcosa di più grande. Quello che inzia sull’acqua finisce lì e ciò che finisce lì, ancora una volta lì ri-inizia.
Lettera di un agente di Vévoda
Da un Agente di Vévoda (Italiano)
Capitolo 10 alternativo
Il finale scritto da “Straka”
Alternate ending chapter 10 (per adesso in inglese, seguirà traduzione a breve)
Risorse in rete (inglese)
Errori
Attenzione, vi segnalo un errore nell’introduzione, in una nota Eric sostiene che l’assassinio dell’Arciduca d’Austria provocò in seguito la 2° Guerra Mondiale, in realtà si tratta della Prima Guerra Mondiale. Non so se sia un errore riguardante la sola versione italiana, se avete altre informazioni commentate.