Quest’anno promette molto bene dal punto di vista astronomico, si comincia con la cometa Lovejoy che in questi giorni sta dando spettacolo nel nostro emisfero, visibile anche a occhio nudo a patto di trovarsi in una zona con cielo molto buio, altrimenti la si può scorgere anche con un binocolo o meglio ancora con piccoli telescopi. Per trovarla basta tenere come riferimento le Pleiadi e poi scendere orizzontalmente verso ν Tauri, si noterà tra le stelle del toro una piccola nuvoletta bianca.
Nella foto potete osservare la cometa sotto le pleiadi, si tratta di quel puntino di colore verde, su https://www.dropbox.com/s/cedax1tha8nx3km/IMG_0352.CR2?dl=0 trovate lo scatto in raw.
Per fare una foto astronomica vi occorre certamente una reflex, in quanto è di fondamentale importanza la grandezza del sensore e la modalità bulb, cioè la possibilità di personalizzare i tempi di esposizione, nella foto sopra ad esempio i tempo di esposizione è di 6 minuti.
Gli accorgimenti basilari da adottare per realizzare foto astronomiche sono:
- Messa a fuoco manuale su infinito
- Apertura del diaframma massima, anche se chiudere il diaframma di uno stop sarebbe consigliabile (maggiore sarà l’apertura che supporta il vostro obbiettivo migliore sarà il risultato, in quanto potete catturare molta più luce a parità di tempi di scatto)
- Scatto in modalità RAW
- ISO elevati da 400 in su, anche se poi bisogna gestire il rumore, è consigliabile usare i dark frame
- Usare ovviamente cavalletto, inoltre per esposizioni abbastanza lunghe c’è bisogno anche di un inseguitore, altrimenti si ha il cosiddetto effetto star trail (un buon inseguitore a molla è il Minitrack LX, lo trovate su https://www.youtube.com/watch?v=OMjMKnVGOVE)
- Disabilitare lo stabilizzatore e la messa a fuoco automatica
- Caricare le batterie!
- Il tempo di esposizione lo si può calcolare approssimativamente con la seguente formula Tempo(in secondi) = 500/lunghezza focale
- Infine tenere conto dell’inquinamento luminoso e la luna, avere un’ottima attrezzatura non aiuta se il cielo non è sufficientemente buio!
Oltre ai punti precedenti occorre anche tanta esperienza, bisogna imparare a gestire la sensibilità del sensore (ISO), i tempi di esposizione ecc. tutto varia in base a diversi fattori come la macchina fotografica, le condizioni ambientali, tra cui la temperatura(minore è la temperatura ambientale, più tempo impiegherà il sensore a surriscaldarsi e a produrre rumore), l’inquinamento luminoso ecc. Quindi tanta, tanta, tanta esperienza sul campo è di fondamentale importanza, ma i risultati possono darvi soddisfazioni inimmaginabili.